Il caso Sonia Kalogeropoulou nell’arte greca della seconda metà del Novecento

Abstract

Il caso Sonia Kalogeropoulou nell’arte greca della seconda metà del Novecento [The Case of Sonia Kalogeropoulou in the Greek Art of the Second Half of the Twentieth Century]. Gli avvenimenti artistici greci del secolo scorso vanno collocati nel quadro di un modernismo periferico. Nel secondo dopoguerra la pittura figurativa rimase una pratica piuttosto diffusa in Grecia, nonostante l’affermazione parallela dell’astrattismo e di nuovi linguaggi visivi. Numerosi artisti adottarono diversi modi di figurazione espressionista, nonché un modernismo evocativo dell’ideale della tradizione culturale nazionale. Tra gli anni Settanta e Ottanta emerse una tendenza riconducibile all’espressionismo gestuale, in parallelo al Neoespressionismo internazionale dell’epoca. Tali tendenze si riscontrano nell’arte di Sonia Kalogeropoulou (1945-2003), pittrice e poetessa attiva tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta. Il suo fu un cammino artistico piuttosto discontinuo e segnato da esperienze personali dolorose. Proveniente da un ambiente familiare colto e ben inserito nel mondo artistico-culturale dell’epoca, Sonia ha prodotto numerosi dipinti e disegni di stile espressionista. Ricorrendo ad elementi figurativi tradizionali e moderni, l’artista ha trattato soprattutto il tema della condizione umana, mediante la rappresentazioni di figure per lo più malinconiche e sofferenti. Il suo caso, per quanto peculiare, apre interessanti prospettive di ricerca per l’arte e la cultura di un periodo recente e poco studiato come quello della prima fase della Terza Repubblica Ellenica, dal 1974 fino alla svolta internazionale del 1989.